mercoledì 30 giugno 2010

Monza Resegone 2010 - che notte MAGICA!






Finalmente riporto anch'io il racconto della mia Monza Resegone, non sono stato molto sintetico e me ne scuso in anticipo, ma scrivendo ho rivissuto ogni minuto della Notte Magica, e non volevo perdermi nulla nel racconto, così quando lo rileggerò fra alcuni anni potrò rivivere le stesse emozioni!
Ciccio

PRIMA

Bendeletta … Condropatia rotulea … Contrattura alla coscia … mi sento un rottame, il giorno della partenza si avvicina e la paura e l’ansia aumentano. La paura è quella di non riuscire a terminare la gara (scusate la Gara), l’ansia è quella di condizionare i miei compagni. La Monza Resegone è proprio una gara unica, 43 Km, di notte, arrivo in montagna e, appunto, a squadre. Basta che uno si ritira e la squadra è eliminata. Per me è un’assoluta novità, fino ad ora ero responsabile solo di me stesso, e quindi potevo permettermi tutto, questa volta invece è un gioco di quadra, uno sport prettamente individuale (il running) quella notte sarà di squadra. La mia Squadra è composta da me (ovviamente), dal Pani (un assoluta certezza, inossidabile, con lui ho corso le mie più belle e più pazze maratone) e da Fabio (cuore e polmoni per tutti, ma non ha mai corso una maratona, reduce come me da un infortunio al ginocchio, grande coraggio!).

I giorni corrono e la data si avvicina, gli allenamenti proseguono regolari, la forma sta arrivando, sono contento ma la paura rimane, reggeranno le mie ginocchia? E pensare che a febbraio mi sentivo onnipotente come superman, ed ora invece devo stare attento a scendere le scale di casa...

La settimana prima comincia la danza delle previsioni meteo, brutto, poi bellino ed infine ancora brutto. Il giorno prima ho aperti sul computer almeno 5 siti di previsioni meteo, seguo in diretta lo spostamento dell’anticiclone delle Azzorre. Mannaggia si sta spostando sull’oceano, preferisce andare al mare piuttosto che da noi in montagna, questo significa aria fredda ed instabile dalla Scandinavia; è definitivo, sabato notte sarà brutto. L’ansia aumenta, per noi è la prima volta, non sappiamo cosa ci aspetta, i preparativi dei cambi di vestiti mi tengono occupata quasi tutta la mente, perché non voglio sbagliare e trovarmi al momento giusto senza la cosa giusta. Era dai tempi dell’università che non provavo certe sensazioni, come prima dell’esame di chimica o del giorno di laurea. Il venerdì al lavoro sono uno zombie, guardo il computer ma col pensiero sono altrove.

Ci siamo è sabato, sono teso, cerco di stancarmi il meno possibile. Alle 19.00 arrivano a prendermi i miei compagni e Michele, uno dei nostri angeli custodi, apro il portellone della sua macchina e vedo i rifornimenti ben organizzati con cura maniacale, abbiamo cibo e bevande per almeno 3 giorni!!! Siamo pronti a tutto, ormai nulla e nessuno ci può più fermare. Le ore passano veloci in mezzo ai nostri numerosi sostenitori, tutti con almeno un gadget Porticina (grazie Valeria!) è proprio bello e mi sento già un eroe. Ultimi preparativi, ci appuntiamo il pettorale, questa volta lo mettiamo non sulla maglietta come al solito ma sui pantaloncini, così potremo cambiarci la maglietta più in fretta.

DURANTE

Mancano solo 30 squadre prima di noi, così ci portiamo scalpitanti sotto l’arengario per la partenza, siamo pieni di adrenalina, un sogno si sta per avverare. “… Porticina Runners di Monza partono tra 5, 4, 3, 2, 1 via!!!...” Che spettacolo il palchetto con tanto di riflettori. Si scende lungo via Vittorio Emanuele tra due ali di folla che, nonostante fosse tardi e avesse ripreso a piovere, ci incitava e faceva il tifo. Mi sento un eroe. Arrivati al ponte dei Leoni si vede una macchia gialla porticina esplodere. Che sensazioni indimenticabili. Smaltita l’adrenalina prendiamo il passo che avevamo stabilito a tavolino, finalmente si corre, tutti i pensieri e le preoccupazioni dei giorni precedenti sono svaniti. In via Lecco c’è un altro gruppo con uno striscione “I Love Porticina”. Splendido. Ma il bello deve ancora venire, non immaginavo di trovare a Villasanta così tanta gente, e passarci in mezzo con il Pani e Fabio che conoscono tutta la città, mi sembra di essere come Pantani sul Mortirolo. Corriamo felici, scortati in modo perfetto delle nostre due moto. La macchina fa la spola tra i rifornimenti. Mi piacerebbe spingere di più ma il saggio Pani mi tira le briglie, non sappiamo cosa ci aspetta. Superiamo e siamo superati da qualche terna, ogni volta ci si incita e ci si augura in bocca al lupo, questa gara è veramente unica. Quasi senza accorgerci siamo a Merate, la salita che temevo non si è quasi fatta sentire, accusiamo di più la discesa verso Calco. La pioggia, che prima era debole quasi piacevole, attorno al 15K si fa più insistente, basta una voce e le moto, impeccabili, ci preparano le pettorine impermeabili. Non finirò mai di ringraziare i nostri angeli custodi, sotto l’acqua tutta la notte, sempre felici e sorridenti (avevano anche un porta birra da tenere al collo!!!), sono stati parte integrante di questa impresa. Arrivati ad Olginate si gira per Calolziocorte che sembra non arrivare mai, rallentiamo perché le gambe si fanno un po’ dure. Concordiamo con le moto il cambio di maglietta ai piedi della salita per Erve. Tutto perfetto, ci cambiamo, mettiamo la frontale e mangiamo qualcosa, d’ora in poi come stabilito si cammina. Mi sento benissimo, non ho avuto neanche un dolorino alle ginocchia. La pioggia è sempre battente, ma siamo quasi in trance e non da fastidio. Con passo lesto cominciamo la salita, siamo tranquilli, abbiamo un buon margine sul cancello orario di Erve. Come immaginavo camminando recuperiamo un po’ di fiato. Tra il buio e la pioggia ogni tanto sbuca l’equipaggio della macchina per incitarci. È letteralmente fantastico. Poco prima di Erve salutiamo la macchina, le moto ci possono accompagnare ancora un po’. Passiamo il cancello orario, e ci dirigiamo alla nostra macchina parcheggiata il giovedì prima per il secondo cambio. Decidiamo di cambiarci tutto, compreso le scarpe, però non troviamo un posto comodo ed asciutto ed il cambio si protrae più del dovuto. Passa quasi un quarto d’ora e comincio a sentire freddo. Si riparte, un ultimo saluto ai nostri angeli custodi, d’ora in avanti saremo soli. Il sentiero di notte al buio è magico, marciamo compatti, superiamo alcune terne, aiutiamo ed incitiamo quelli che sono in difficoltà, siamo tutti amici. Mi sento benissimo, sono nel mio habitat naturale (la montagna) e non riesco a smettere di gridare che sono felice. Il prà di Ratt è ripido ma le gambe spingono senza accusare troppa stanchezza. Arriviamo alla bocchetta e con orgoglio al controllo gridiamo “164, formazione completa e compatta!!! Il pezzo duro è finito ma il sentiero è ancora lungo, la pioggia non ci ha mai abbandonato, ma contribuisce a rendere ancora più unica questa avventura. La cosa più sorprendente è che riesco a vivere e a godere intensamente ogni istante. Solitamente in maratona gli ultimi chilometri sono un incubo e non vedi l’ora che finisca, questa volta invece speravo che il sentiero fosse infinito. Siamo all’ultimo bivio, manca veramente poco, sono così felice che salto su e giù dalle roccette. Sento le voci. Siamo arrivati alla Capanna Monza, ce l’abbiamo fatta!!! Ci abbracciamo con la soddisfazione scritta in faccia. È da quando siamo piccoli che sognavamo questo momento. Recuperiamo il nostro zaino e ci cambiamo nel tendone. Poco dopo ecco che arriva anche l’altra squadra. Che gioia, ora tutto è perfetto. Siccome continua piovere intensamente e non c’è posto in capanna decidiamo di cominciare a scendere senza aspettare i nostri compagni. La discesa, come immaginavo, si rivela la parte più dura di tutta la gara, continua a piovere incessantemente il sentiero è fangoso è la stanchezza (soprattutto il sonno) cominciano a farsi sentire. Il caffè degli alpini alla Sorgente è miracoloso. Alle 6.00 arriviamo alla macchina ora è veramente finita!

DOPO
Alle 7.00 arrivo a casa, con sorpresa vedo uno dei tanti striscioni preparati per la partenza appeso fuori dalla mia porta, entro, la famiglia dorme ancora ma trovo la tavola imbandita per una super colazione, con tanto di torta appena sfornata. È forse il momento di massima felicità, devo ringraziare la mia mogliettina per questa sorpresa, ma soprattutto per la pazienza che ha dimostrato nel sopportarmi i giorni precedenti la Gara. Mi infilo subito a letto, ma dopo poco più di un’ora i bambini si svegliano, rimango a letto un po’ ma non riesco a dormire. Durante tutta la domenica mi sento intontito per la mancanza di sonno, ma mi sembra di camminare sollevato da terra da quanto sono felice, mi piacerebbe andare in giro con una maglietta con scritto “stanotte ho fatto la Monza Resegone!”.
L’ho già detto più volte durante il racconto, ma è stata davvero una notte magica, non smetterò mai di ripeterlo e non ne potrò più fare a meno, spero di poter partecipare per molte altre edizioni ancora. Voglio ancora ringraziare tutti i nostri angeli custodi (davvero impagabili) ed i miei compagni di avventura, siamo stati una squadra perfetta. La prima cosa che ci siamo detti i giorni dopo e su cui eravamo tutti d’accordo, senza parlarne prima, e che l’anno prossimo, sapendo cosa ci aspetta, potremo “limare” almeno mezzoretta sul tempo finale. Ora riposo, ma pensando già al programma di allenamenti per l’anno prossimo!



domenica 27 giugno 2010

I Sogni...se ci credi si avverano !

E’ bello tornare con la memoria ad una settimana fa.
Tutto è iniziato quasi sei mesi fa, quando ci siamo trovati una sera e guardandoci nelle palle degli occhi per darci vicendevolmente fiducia ci siamo detti “Quest’anno facciamo la Monza Resegone !”
E allora ci siamo preparati tutti e sei insieme a questa Sfida. Noi 171 e i nostri Amici 164.
Per lungo tempo abbiamo comunicato con questi numeri, ben sapendo che dietro a quei numeri si celavano le emozioni di tutti noi.
Che belli i lunghi domenicali nel Parco, le uscite notturne quando ormai le persone “normali” dormivano, con qualsiasi tempo sulle strade per Villasanta (ricordate che acquazzone quella sera in via Lecco !), i sopralluoghi ad Erve, l’allenamento al Cornizzolo…eh sì la Monza Resegone passa attraverso tutto questo.
E poi la settimana precedente la gara…per me è stata un inferno !
La domenica precedente la Gara, nell’ultimo allenamento, mi salta fuori una contrattura all’inguine. Non dico niente a nessuno.
Sento che non migliora, allora prendo qualche antinfiammatorio, roba normale…ma non per il mio stomaco che giovedì si ribella…sono “in sciolta” (addirittura sto a casa dal lavoro).
Venerdì sono spossato, poi sabato mi sveglio benissimo, capisco che è il giorno giusto !
Allora via con gli ultimi preparativi e poi ritrovo alle 19 all’Arengario con gli altri.
L’attesa della partenza si divide in due parti…una prima attesa coccolati a casa di Lara belli tranquilli e una seconda attesa nei pressi dell’Arengario quando le prime squadre iniziano a partire.
Questa oretta passata con “chi ci vuole bene” è un’altra chicca della nostra MR. C’era un clima perfetto che ci ha rassicurato e incitato.
Poi si va sotto l’Arengario, si salgono tre scalini, su quel palchetto ti senti in cima al mondo, onnipotente. Guardare in fondo alla via Vittorio Emanuele è guardare verso l’infinito, verso l’ignoto.
Non ricordo cosa ha detto lo speaker, ho solo sentito 5-4-3-2-1 via !
Volevo stare in centro alla partenza per sentirmi ancora più vicino ai miei due compagni di ventura.
Dopo l’ubriacante passaggio della Torcida Amarillo al Ponte dei Leoni finalmente mi tranquillizzo…ora si tratta di fare semplicemente quello che mi piace fare CORRERE !
Ci prendono ancor prima di Villasanta alcune terne…ma noi ci diciamo di stare tranquilli.
A Villasanta c’è ancora tanta gente…che bello !
Intorno al 10 k capisco che sto bene, mi sembra di aver appena iniziato a correre, se gestisco bene le forze ce la si fa.
La pioggerellina che cadeva già dalla partenza ora si fa più insistente…è meglio mettersi la pettorina per ripararsi un po’.
La temuta salita di Merate si rivela un bluff. Sarà stata la perfetta andatura imposta da Ale, sarà che siamo in forma, ce la mangiamo quasi senza fatica.
Accuso di più invece la discesa di Calco…le gambe iniziano a sentire i km.
Ora ci attende il lungo rettilineo con qualche salita fino a Calolziocorte. Gestiamo bene, ci chiediamo come stiamo…è fantastico correre sempre vicini nel buio della notte con i fari della moto che ci illuminano da dietro.
Ecco che si attraversa il ponte sull’Adda…qui inizio ad essere davvero un po’ stanco ma so che al Municipio di Calolzio ci fermeremo un attimo a cambiarci e a prendere le frontali quindi…stringo i denti.
Ripartiamo più asciutti per la salita ad Erve. Camminiamo veloci… di più non riesco.
Abbiamo sempre lo spettro del cancello orario di Erve…più che altro perché nel buio i riferimenti si annullano e non capisco quanto manca.
Le luci di Erve, l’ultimo curvone…è fatta !
Salutiamo i nostri angeli custodi Max&Lara…anche loro hanno fatto la MR !
Dopo il cancello orario il cinque di Lorenzo e poi via verso la notte.
Mi sento meglio di prima…sarà che ormai mi sento in un ambiente amico, la Montagna !
Capiamo che ormai nonostante la pioggia in alto e il fango in basso, la nostra impresa non ci può più sfuggire.
Non ci fermiamo mai…ecco il bivio del Prà di Ratt. Lo affrontiamo a muso duro, saliamo senza soste veramente determinati.
Un grido…è Ale là davanti che dice che ormai siamo al Forcellino.
Ci ristoriamo un attimo e via verso la Capanna…non è bello incontrare quelli che già scendono. Si dovrebbe vietare il rientro dal percorso di gara e obbligare a rientrare per il sentiero San Carlo.
Faccio segno a Dani di passare quasi per dare un senso gerarchico alle forze del gruppo. Lui rimane dietro quasi a ricordarmi che la MR viene corsa non da tre atleti che fanno una squadra ma da una squadra composta da tre compagni.
Arriviamo mano nella mano come ho sempre sognato.
Mi viene quasi da piangere…ma stupidamente mi trattengo.
Ecco Pani, Ciccio e Fabio…anche gli altri Porticina sono andati alla grande…ma di questo non avevo dubbi.
Ci cambiamo, entriamo in Capanna e dopo un po’ troviamo anche un posto per sederci.
Fuori continua a piovere ma comincia a fare chiaro.
E allora via che si scende, scivolando nel fango.
Il fascino della MR continua…mi godo il respiro del bosco che alle cinque di mattina sotto la pioggia ti fa sentire un tutt’uno con la natura e mi gusto il caffè dal profumo speciale offerto dagli alpini alla fonte San Carlo.
Ore 7.00 di domenica mattina siamo alla macchina. Fine.
Ed ora i ringraziamenti…a partire dai miei due compagni.
Grazie a Dani…per essere stato un compagno Ideale prima, durante e dopo. Sento davvero di aver condiviso con lui tutte le mie paure e le mie emozioni.
Grazie ad Ale… per l’umiltà con cui spesso è stato davanti. Non tanto per dimostrare di essere il più forte quanto piuttosto per spronare e tenere sulla corda i compagni. Non l’ho mai visto così in forma e non poteva scegliere giorno migliore per farlo.
Grazie alla mia mamma e al mio papà che mi hanno fatto “così forte”
Grazie a Massimo… con la sua moto ci ha protetto dove serviva e con tempismo perfetto ci ha incitato.
Grazie a Lara…per averci ospitato a casa sua nel pre-gara. Ci ha dato tanta serenità.
Grazie ad Adele...quando indirettamente le proposi di accompagnarci sapevo che era la persona giusta. Grazie a lei e ai suoi aiutanti, i Porticina avevano la macchina di supporto più bella di tutti. Grazie a Walter…per aver gestito con estrema perizia i rifornimenti
Grazie a Francesco…il suo entusiasmo giovanile è stato la ciliegina sulla torta.
Grazie ancora ad Adele e Lara…per la loro presenza femminile.
Grazie a Valeria…per lo splendido logo della MR e per tutti quegli adesivini con cui ha etichettato i numerosi supporter.
Grazie alla Torcida Amarillo…ora ogni volta che passerò dal Ponte dei Leoni avrà tutto un altro sapore.
Grazie a Filippo e Mattia…per essere venuti a vedere lo zio.
Grazie a Michele e Carlo…incontrati nel buio verso Erve, nel mio momento più difficile. Sappi Michele che quei metri che hai percorso al mio fianco mi hanno dato tanta fiducia.
Grazie a Vale e Sacco per il bandierone sulla moto degli accompagnatori.
Grazie a chi ha fatto lo striscione “I love Porticina”…chi è l’autore ?
Grazie a Teo…sapere di avere un cugino che ti aspetta in Capanna e che per di più controlla tutti i passaggi ti da sicurezza.
Grazie allo zio Luigi…che ha aspettato ore in strada per vedere i 10 secondi del nostro passaggio.
Grazie a quel bimbo di Usmate che continuava a ripetere orgoglioso le mie parole “Mamma, mi ha detto ciao Campione”
Ma Grazie soprattutto alla mia famiglia, alle mie “donne” Lella, Alice ed Elisa…ai sacrifici che hanno fatto in questi ultimi mesi e per quel dolcissimo rientro a casa alle 8.00 di domenica mattina…questo è stato per me il miglior premio della MR che – scusate - non vi racconterò ma che custodirò gelosamente nel mio cuore.
Il countdown alla prossima MR è già iniziato !
Siete tutti pronti ?

martedì 22 giugno 2010

Che notte quella Notte


Ragazzi che notte quella Notte. Sarà perché l’ho sognata prima, sarà perché continuo a tornarci con la mente, sarà perché mentre la vivevo non ci credevo.

Difficile, se non impossibile descriverla compiutamente, ogni minuto mi verrebbe in mente un nuovo ricordo e non riuscirei mai a porre la parola fine al resoconto.
Qualche chiazza sulla tela:
Sono stato così contento prima della partenza di essere amalgamato anche cromaticamente nella nostra Gente. Il tempo che mi separa dalla partenza, che in solitudine mi avrebbe logorato, è diventato un vero piacere, tra tanti occhi che mi danno tanta fiducia.
E che bello avere anche i 171 fino alla partenza dietro le quinte. L’unico peccato che non abbiamo potuto correre in parata neanche un secondo. Ho rivisto poi nella foto della partenza Dani sporgersi per incitarci, questo è il nostro Spirito!

Che patema alla partenza, ma anche che orgoglio ragazzi. Pronti via, occhio a scendere e via al volo. Le gambe girano subito bene, perfetto.
Ecco la Torcida! Mamma mia che brividi Grazie!
Passano le prime centinaia di metri. Le sensazioni sono perfette. Le moto si affiancano a proteggerci subito.
In un attimo Via Lecco è divorata, la piazza della Chiesa di Villasanta è sempre più vicina, mi sembra di andare troppo forte e di non riuscire a prendere il cinque di Isabella. Eccola, coi miei genitori. Mi sembra un po’ spaesata, ma alla fine capisce chi sta arrivando. Cinque!Il punto è lo stesso dove qualche decina di anni fa mi portavano a vedere quei marziani che di sera correvano fino a quella montagna là. Allora credevo che era più facile andare a giocare in Nazionale che emulare quei pazzi. Invece…
Via sempre a mille all’ora ad attraversare il paese, tra visi noti e non ma tutti sorridenti ed incitanti. Villasanta è davvero speciale.
Finisce il paese e ci disponiamo sul passo programmato, con Ciccio a menare l’andatura. Sta benissimo, sono contento, di fianco a lui ho compiuto tante imprese ormai. Fabio tiene bene il passo, concentratissimo. Tra Arcore ed Usmate ci disponiamo nella formazione che terremo poi fino alla fine: Ciccio davanti, io dietro a regolare il passo (cioè a dire a Ciccio di rallentare…) e subito Fabio, attento a non scalpitare; il suo enorme potenziale non gli fa dimenticare di non essere avvezzo alla distanza, bene così.
Sempre scortati in modo impeccabile dalle Moto, sono parte integrante, ci sentiamo una squadra. Una squadra completata dai ragazzi dell’auto, puntuali e precisi ad ogni appuntamento . Sono organizzati ed affiatati molto meglio dei ristori ufficiali e non ci fanno mancare nulla, fantastici!
I chilometri vengono divorati, e ispirandoci a Pacman, ci divertiamo a divorare qualche terna.
Stiamo bene e siamo tranquilli, anche quando comincia a piovere forte. Ciccio vola come non mai, io mi sento sicuro di arrivare in buone condizioni e Fabio, giustamente, non rischia nulla.
Tra Olginate e Calolzio rallentiamo, come biathleti che ci accingono ad andare al poligono.
Al punto convenuto, incontriamo tutti e sette i nostri Angeli che hanno allestito un bivacco e ci cambiamo predisponendoci alla camminata.
Tra un taglio ed un tornante la sorpresa di incontrare tante volte i ragazzi dell’auto. E’ magico, mentre camminiamo, vederli sul ciglio della strada. Ho l’occasione di riscaldarmi nel sorriso di mia moglie. Indimenticabile davvero.
Prima di Erve li salutiamo definitivamente, ma dopo un paio di minuti, dopo il cancello orario, ecco i ragazzi delle moto. Ci assistono nel secondo cambio di indumenti e ci salutano incoraggiandoci. Troppo grandi, fino all’ultimo.
Ora siamo noi tre. I metri da Erve al bivio ce li facciamo in perfetta solitudine. Ognuno di noi inconsciamente sta richiamando le energie per l’ultimo sforzo.
Il bivio. Ciccio davanti si trasforma nel Folletto Buono del Resegone. Parla, incita, aiuta, indica dove poggiare i piedi, battezza i gradi difficoltà di ogni passaggio! Io subito dietro, concentratissimo. Fabio a seguire, prudente e sicuro. Stiamo sempre benone, me ne rallegro egoisticamente quando vedo gente stare male di stomaco o per i crampi. Arriviamo al volo al Forcellino. Ci dicono che è finita ormai, ma, memore del provvidenziale secondo sopralluogo con Fabio, so che non è così e mi sforzo di non calare la concentrazione. Meno male, perché il sentiero si mantiene durissimo.
Sto per avvertire la stanchezza, specie quando incrociamo per l’ennesima volta qualcuno che dice che mancano venti minuti. Alla fine Ciccio annuncia di avere udito le voci della capanna. Ciccio davanti e Fabio dietro sono fiumi in piena di parole . Io sinceramente non so se stessi parlando o meno, ma ricordo il ribollire di mille emozioni, tutte assolutamente nitide ancora e per sempre dentro di me.
Arriviamo e ci ristoriamo alla meno peggio. Resta solo da attendere l’altro Cardine della Porticina. Eccoli. Li vedo arrivare freschi e con una Fierezza unica in viso. Sono stati bravissimi. Ora è davvero fatta!
Decidiamo di scendere ancora con buoi, piove troppo per godersi la Capanna e in un paio di ore fangose siamo alla macchina. Che buono quel caffè degli alpini.
Siamo stravolti, ma pervasi da una soddisfazione unica. Non è la “solita” sensazione post gara.
Qui senza alcuna retorica abbiamo davvero compiuto una impresa indimenticabile e ne siamo pienamente consapevoli.
Ce ne saranno ancora, ma questo regalo che ci siamo fatti è proprio unico. Tutto mio, tutto di Ciccio, di Fabio, di Margrethe, di Carlo, di Michele, di Violetta, di Pippo, di Tana e di Popo.