È stata una gara semplicemente fantastica, dai due volte molto distinti… da subito si percepisce il primo volto, quello goliardico. Courmayeur è invasa da gente in maschera, dottori che spingono una barella con un partoriente, un gruppo di Lecce con i costumi tipici, svariate spose con tutto il seguito, gente con il cartello “dolor des Geants”… Ci sono anche i top runner, i fratelli Gross, Gabioud (il vincitore del Tor des Geants), Pellisier, e Marco Gazzola vestito da pecorella con un cartello con scritto “pecorella smarrita al vago pascolo rif. Bertone?” (per chi non lo sapesse Gazzola è arrivato primo al Tor des Geant con 5 ore di anticipo sul secondo, Gabioud, però ha sbagliato sentiero poco prima dell’arrivo e non è passato all’ultimo controllo del rifugio Bertone ed è stato squalificato). Faccio la lunga coda al ritiro pettorali affianco a Giovanni Storti, dicono che c’è anche Aldo ma io non l’ho visto. Il clima è quello da ultimo giorno di scuola, il clima meteo invece è tutta un’altra cosa… sono giorni che le previsioni annunciano freddo e neve a Courmayeur, freddo e neve ci sono stati, eccome. Alla partenza tutto sommato il tempo regge, molto freddo (2°) nuvolo ma senza precipitazioni. Per fortuna Luigi (il mio grande amico Valdostano, il salumiere di Morgex) ha in macchina due bastoncini in più, io non li ho portati, mi faccio convincere e li infilo nello zaino, gli sarò grato per sempre.
Pronti via si parte, dopo pochi minuti ci si riscalda, si passa il centro di Courmayeur tutta in festa, si attacca il sentiero, cerco di non perdere contatto con Gazzola, quando mai mi ricapiterà di correre affianco ad uno come lui? Dopo neanche 20’ la prima sosta birra, si beve in fretta, si contrassegna il pettorale, e via, mi sento già felice, splendido. Comincia a nevicare intensamente, si scherza dicendo che è Natale, e la frase più sentita è “… per fortuna che è neve e non pioggia…” ce ne pentiremo amaramente… Si procede con passo regolare senza strafare facendo a gara a chi spara più cavolate. Secondo ristoro, niente sali o integratori, ma birra (ovviamente), uova strapazzate, bacon, fagiolata, fontina e pane. Mangio per reggere meglio la seconda birra, sono sempre più felice … si sale, la neve ed il freddo aumentano e si arriva al terzo ristoro (2000m), questa volta insieme alla birra ci sono polenta e costine… sono sempre più felice… Da questo punto i poi la gara mostra il suo secondo volto, quello duro. Nevica molto intensamente, il sentiero è tutto coperto di neve che con il passaggio delle persone diventa una lastra di ghiaccio vivo. Stare in piedi è diventata un’impresa ardua. C’è un breve tratto in discesa piuttosto esposto, per lo più fatto con il culo per terra per evitare di ritrovarsi in fondo valle. Si riprende a salire e penso che almeno sarà più facile stare in piedi. Mi sbaglio, ogni 4 o 5 passi mi ritrovo senza accorgermene per terra dopo un triplo carpiato… anche il litro di birra che circola nelle mie vene non aiuta… La marcia si fa lenta, siamo in piena bufera di neve, quando siamo quasi in cima (Tete de la Tronche 2600m) gli organizzatori corrono giù per bloccare la corsa, ormai noi la dobbiamo concludere anche perché di scendere da dove siamo appena saliti non se ne parla, troppo ripido. Nel mio recente passato di alpinista ho a curriculum 18 cime sopra i 4000m, vie di sesto grado su roccia e svariate scialpinistiche anche notturne, non lo dico per tirarmela, ma per dire che di esperienza in montagna in condizioni estreme credo di averne; tuttavia ho avuto non poche e serie difficoltà a ritrovarmi in piena bufera su terreno ghiacciato con i bastoncini al posto della piccozza e, soprattutto, con le scarpette da trail al posto degli scarponi con i ramponi. La discesa è una gara ad eliminazione, ad ogni istante vedi gente per aria in strane rotazioni. Il fatto più difficile da gestire è che per terra non si riesce a distinguere il ghiaccio dalla neve, ovviamente stavamo fuori dalla traccia ormai impercorribile, ma anche andare per ripidi pendii erbosi ricoperti di neve non era molto meglio… per fortuna non c’erano più tratti esposti quindi il pericolo era limitato a non perdere la verginità su qualche sasso… Peccato perché in quel tratto sarebbe stato splendido correre.
Arrivati al rifugio Bertone (quarta birra) il sentiero entra nel bosco e la traccia è pulita dalla neve, la gara torna a mostrare il suo primo volto quello goliardico. Riacquistata la fiducia nella suola delle scarpe, con più di un litro di birra in circolo ci tuffiamo giù verso Courmayeur. Quinta tappa, quinta birra, torno a barcollare, questa volta non per colpa della neve… arriviamo all’arrivo, ci mettono la sesta birra i mano, confesso che non la bevo tutta ma un terzo la verso per terra, mi accorgo che per parlare biascico. È una grande festa, musica dal vivo, mi intrattengo a chiacchierare con altri amici valdostani e registro il mio passaggio credo un quarto d’ora dopo l’arrivo, quasi non ci pensavo, oggi non è stata una gara, ma una splendida gita di gruppo.
Il bilancio della gara è estremamente positivo, la presenza della neve tutto sommato ha reso interessante ed impegnativo una buona metà gara, come dire due gare al prezzo di una! L’anno prossimo assolutamente iscrizione di gruppo, occhio che aprono il 1 giugno e si chiudono in pochi giorni!
L’unico dispiacere è per Stefania ed i bambini; infatti a causa delle difficoltà, sono arrivato all’arrivo un’ora dopo circa all’orario previsto, e dopo essersi assorbiti una buona quantità di freddo si sono rifugiati in albergo prima del mio arrivo.
Il giorno dopo ovviamente cielo terso e sole splendido (in pieno stile porticina direi), e per la prima volta le gambe erano a posto, ma le braccia ed il fondoschiena totalmente doloranti!
Ciccio
Confermo in tutto:ottimo e realistico commento.
RispondiEliminaho fatto gare di skialp con molta meno neve e maggior sicurezza.
oggi ho piu' male agli avambracci che ai polpacci a forza di arrancarre da un cespuglietto all'altro dove ancora uscivano dalla neve.
la gara e' piu' bella ancora di quanto avevo sentito raccontare però ho visto gente piangere davvero spavantata e forse ad una corsa "semiseria" non dovrebbe succedere.per fortuna siamo arrivati tutti senza disastri..le pecorelle smarrite potevano essere tante e meno veloci di Gazzola.
barbara CN
Ho corso per il quarto anno l'arrancabirra, e come sempre è stato tutto favoloso.
RispondiEliminaDevo però dire che pur essendo (e rimanendo!) un accanito sostenitore dell'evento e di chi lo organizza, questo percorso in queste condizioni di innevamento era davvero troppo impegnativo e davvero molto severo, in particolare pensando allo spirito leggero che contraddistingue questo evento.
L'arrancabirra per molti è un INIZIO, lo è stato anche per me anni fa....
Per fortuna molti neofiti, magari un poco più lenti, sono stati fermati in tempo al Curru,dove le difficoltà erano relative..
....ma chi è transitato rapidamente ed ha proseguito oltre ha trovato un percorso davvero durissimo, a tratti davvero difficile e non tutti in un gara di questo tipo (semiseria) devono essere esperti alpinisti o trailers rodati...
un pò troppo pericoloso, benchè per certi aspetti affascinante...
per fortuna sembra sia finita piuttosto bene per tutti
Marco
Semplicemente grandioso...una corsa in pieno stile Porticina !!!
RispondiEliminaL'anno prossimo spedizione di gruppo tutti mascherati !
Però manca una tua foto all'arrivo dopo le sei birre...cosa non darei !
Come diceva Dani domenica "perchè Ciccio ubriaco è veramente divertente !"
Onorato di essere il tuo pres
Che gara!!
RispondiEliminaFa veramente strano vedere foto di gente che arranca nella neve e foto dell'uomo partoriente entrambe riguardanti la stessa gara!!
Bravo Ciccio, davvero bravo!!
Fantastico!!! Impresa epica e marchiata a fuoco per la vita!
RispondiEliminaComplimenti Ciccio sei stato davvero grandissimo!!!
Propongo a questo punto di vagliare solo gare con prevista pioggia, grandine o neve copiosa per i Porticina Runners (ho saputo che anche al Pani non è andata meglio in quel di Monaco!)...
Claudio
Scusate il ritardo per il mio personale commento all'arrancabirra, sono Luigi di Morgex, a parte il racconto ben dettagliato della gara, si fa per dire gara,sembrava di essere alle repliche di OGGI LE COMICHE versione tempi moderni. Comunque il ns amico CICCIO non era cosi brillo nonostante le 6 lattine di birra, ma era brillo di felicità per la grande giornata trascorsa nei posti dove ha lavorato e insieme ai suoi amici valdostani.
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