Ricordo ancora perfettamente come se fosse ieri quando, all’inizio dell’anno in pieno inverno, stava prendendo forma il progetto Valdigne, non stavo più nella pelle, non riuscivo a pensare ad altro, mi tremavano le gambe sotto la scrivania dell’ufficio. Il primo passo era stato fatto, sarebbe arrivato il giorno in cui avrei realizzato un altro grande sogno! La prima volta che ho sentito parlare di Gran Trail è stato anni fa, quando lavoravo a Courmayeur. Per caso, una sera, ero andato alla presentazione della prima edizione del GTV (2007), ed avevano proiettato il film dell’Ultra Trail du Mont Blanc. Mi sembrava una cosa veramente impossibile, i trailers per me erano semplicemente sovraumani, come quelli che facevano la Monza Resegone…
Indubbiamente sarò poco obiettivo nel racconto, per me non è stata solo una grande avventura sportiva, è stato un susseguirsi di emozioni molto intense, scatenate anche dal rivedere i posti dove ho vissuto per quasi 6 anni, dal respirare i profumi di quelle valli ma, soprattutto, dal rivivere le amicizie semplici e profonde nate in quegli anni.
Da esagerato che sono penso subito al percorso lungo, 100k con un dislivello totale di 5200m; non smetterò mai di ringraziare il Cielo per avermi donato 5 minuti di lucidità, grazie ai quali mi sono iscritto al percorso medio, che comunque conta 55k e D+ 3670m. In tutta sincerità, vista la fatica vissuta, non credo che sarei riuscito a completare il percorso lungo, almeno quest’anno…
Ora la cronaca.
Le settimane precedenti la gara, forse a causa della stanchezza della Monza Resegone non ancora smaltita, non riesco ad entrare nel clima giusto, non avverto quell’accumulo di adrenalina tipico del periodo pre-gara. Pochi giorni prima della partenza poi, Paolo è costretto a dare forfait a causa di una duodenite particolarmente cattiva; caspita, proprio non ci voleva, sono dispiaciutissimo per lui, sapevo quanto ci tenesse a questa gara, e non solo alla gara in se ma a tutto quello che ci sta intorno. Il venerdì sera vengo a sapere che anche Michele è costretto a stare a casa… l’unica promessa che posso farvi è che l’anno prossimo io tornerò sicuramente!
Appena arrivato in Valle vengo accolto dal mio grande amico Luigi (il salumaio di Morgex) e da sua moglie Eliana, è una sensazione strana, nonostante sia passato parecchio tempo dall’ultima volta che ci siamo visti, mi sembra solo ieri che stavo li nel loro negozio alla sera ad aspettare che chiudessero per andare ad allenarci insieme… erano la mia famigliola valdostana! Ritirati i pettorali andiamo al tendone del Pasta Party dove uno ad uno rivedo tutti i miei amici. Sono emozionatissimo, rimarrò agitato per tutta la notte (dormendo poco), non so se per l’ansia pre-gara o per questo accumulo di emozioni. Tutto è pronto, mi confronto con Ale sul materiale e sul vestiario da portarci dietro e preparo meticolosamente lo zainetto per ridurne al minimo il peso.
Alle 9.00 in punto si parte dalla piazza di Morgex, è bellissimo, rispetto alle maratone la partenza è ovviamente tranquilla, si riesce a godere di ogni istante.
Parto insieme a Maurizio, un altro amico valdostano col quale mi allenavo nelle fredde serate invernali. Corriamo fino all’inizio del sentiero che ci condurrà al primo colle, il Bivacco Pascal a quota 3000m, dopo un dislivello di 2000m! Il sentiero è subito ripido, ma la pendenza e costante e questo agevola un passo regolare. All’inizio c’è molta umidità un afa quasi da pianura padana, comincio a sudare molto, dovrò stare molto attento ad idratarmi ed alimentarmi bene, la strada è molto lunga, non ci si può permettere una crisi di fame. Fosse stato per me, considerando soprattutto la lunghezza del percorso, avrei tenuto un passo un filo più lento, ma non voglio perdere il contatto con Maurizio. Il paesaggio è fantastico, faccio alcune foto con il cellulare e intavolo alcune chiacchierate con chi mi sta vicino… Arrivati a quota 2800m avverto la carenza di ossigeno, a pensarci è dal 2006 che non raggiungo quelle quote e mi manca l‘acclimatamento. Rallento un po’ e mi sfilo di alcuni metri. Raggiungo il bivacco alle 11.49 (2h49’ – 9k), un minuto dopo Maurizio che è già pronto per la discesa e mi chiede cosa faccio. È vero che ho deciso di affrontare “seriamente” questa gara per darne la giusta importanza e non considerarla solo come una lunghissima gita, ma voglio godermi la situazione e soprattutto mi rendo conto che non riuscirei a tenere il passo di Maurizio ancora a lungo, quindi lo saluto dandogli l’arrivederci all’arrivo. Mi concedo così una piccola pausa (7’), scatto alcune foto, faccio il carico di acqua e soprattutto comincio a scrivere un sms a Stefania, ed agli altri amici Porticina, soprattutto a Paolo e Michele nella speranza di fargli vivere almeno in parte a distanza ciò che per sfortuna non stanno vivendo di persona. La cosa mi piace da subito, non l’avevo premeditata, con le dovute proporzioni mi sento come Simone Moro in spedizione su un 8000! Mi sento molto bene e carico al punto giusto. Comincio da solo la lunghissima discesa verso Courmayeur, il sentiero è fantastico, ripido al punto giusto ma soprattutto bello liscio, per noi abituati alle Grigne ed al Resegone con i loro sentieri rocciosi è una vera manna. Perdo velocemente quota, si attraversano un paio di piccoli nevai e finalmente vedo il lago Liconi molto bello. A metà discesa comincio ad avvertire i ben noti dolori alle ginocchia, ma soprattutto al malleolo dx. Mannaggia speravo di aver risolto il problema della caviglia con le scarpe nuove invece niente, è un dolore abbastanza intenso ma soprattutto molto fastidioso. Mi concedo alcuni metri di cammino e poi riprendo a correre cercando di allungare il passo. In parte funziona, il dolore diminuisce. Alle 13.10 (1h14’ dal Bivacco, 4h10’ totali – 20k) arrivo a Courmayeur. Il passaggio in centro è stato splendido, con la gente che applaudiva e faceva il tifo mi sono sentito davvero un eroe. Qui è previsto il ristoro, ottimo, mi concedo il giusto riposo sedendomi per terra (14’) con un abbondante piatto di pasta, banane e litri d’acqua. Si riparte alla volta del Col d’Arp a quota 2571m, la seconda salita della gara con un dislivello di 1400m circa. All’inizio della salita si passa sopra la “mia” galleria, riconosco tutti gli strumenti che avevo installato all’epoca. Comincio ad avvertire un po’ di stanchezza, però penso che 1400m non sono poi tanti… Prendo il mio passo, supero un paio di persone, vengo superato da altre, e mi ritrovo ancora da solo. Il sentiero è poco ripido e quindi lunghissimo, il panorama non è un granché, controllo in continuazione l’altimetro, guadagno quota lentamente. ho molta sete e non c’è acqua lungo il percorso, devo razionare le mie scorte. Avrei preferito un sentiero più ripido, il colle non si vede ancora. Superato un costone roccioso finalmente lo vedo, ancora lontanissimo… comincio a scoraggiarmi, il passo si fa pesante, mi sento solo, sono solo. Non c’è niente di peggio che trovarsi da soli in un momento di crisi. A cento metri dal colle mangio una barretta e do fondo alle mie scorte d’acqua pensando di ricaricare al colle. Riacquisto un po’ di energie e finalmente alle 15.53 (2h29’ da Courmayeur e 6h53’ totale – 30k) guadagno questo maledetto col d’Arp. Con sorpresa scopro però che non è previsto il punto d’acqua, ho la bocca impastata ed elemosino un bicchiere d’acqua dalle scorte personali degli organizzatori, fantastici! Anche in questo caso mi concedo pausa (6’) Foto, SMS, stretta ai lacci delle scarpe e giù fino al prossimo punto di rifornimento d’acqua, a Youlaz, a metà strada circa prima di La Thuile. Da questa parte la valle è molto bella, verde con un praticello che invita alla corsa, sento subito però i soliti dolori e sono costretto a tirare il freno. Finalmente arrivo al ristoro d’acqua (34’ dal Col d’Arp e 7h33’ totale – 34k), faccio il pieno, sono molto stanco e dolorante, rimane da fare solo una salita corta, ma la strada è ancora molto lunga, e comincio a preoccuparmi seriamente per la caviglia, se continua a farmi così male sarà un vero calvario… mi concedo un riposo piuttosto lungo (9’), tolgo per la prima volta lo zainetto zuppo di sudore, ormai è diventato parte integrante della mia pelle, consulto la cartina e comincio a fare due calcoli per l’arrivo. Quando sto per ripartire accade la vera svolta della giornata, LUIGI!!! Non ci posso credere è proprio lui, mi ha raggiunto! Guardando poi tempi scoprirò che è sempre stato a non più di un quarto d’ora da me, a saperlo mi sarei fermato molto prima ad aspettarlo. Non poteva capitarmi cosa migliore, la compagnia fa miracoli, come d’incanto mi ritornano le energie ed i dolori diminuiscono. Soffro molto la solitudine, se ripenso a tutte le maratone fatte, le più belle sono state indubbiamente quelle corse insieme al Pani. Ora il tempo passa più in fretta, attraversiamo zone davvero splendide che non conoscevo, un paio di k di asfalto riposano la mia povera caviglia. Alle 17.31 (49’ da Youlaz e 8h31’ totale – 40k) raggiungiamo il ristoro di La Thuile. Il passaggio a La Thuile non è certo esaltante come a Courmayeur, anche perché il percorso si snoda tra le vie secondarie del paese. Ho molta fame e soprattutto comincio ad aver la nausea degli integratori, mi ingoio così due bei panini con mocetta e fontina. Ormai è diventata una piacevole rutine, foto, SMS, carico d’acqua e via verso il prossimo obiettivo, dopo il richiamo di Luigi per la pausa troppo lunga (12’)… ultima salita, sulla carta di 200m, saranno invece 400m senza considerare i piccoli saliscendi. In salita mi accorgo che sono rimasto ormai quasi senza energie, fatico molto a tenere il passo di Luigi. Dopo l’ultimo controllo (La Grange, 28’ da la Thuile e 9h11’ totale – 44k) ci si tuffa nell’ultima discesa verso l’arrivo. La prima parte è piacevole, non troppo ripida si corre bene. Ad un tornante incontro tra gli organizzatori anche Mario (detto Chumi) il mio amico-osteopata di Morgex, perfetto, ho rivisto proprio tutti! Luigi oltre a conoscere tutti quelli che incontriamo, conosce perfettamente anche il percorso e mi avvisa in anticipo di ogni cambio di pendenza. Ultimo tratto molto ripido, l’arrivo si avvicina, decido di chiudere la “valvola del dolore” e tuffarmi più veloce che posso a valle senza più pensare a caviglie e ginocchia. In questo tratto letteralmente voliamo trascinati da un entusiasmo e forze che non credevo più di avere. Superiamo almeno una decina di persone. Arriviamo lungo la Dora, non ci sono più dubbi, è fatta!!! Comincio ad emozionarmi come un bambino, io e Luigi ci scambiamo enormi sorrisi e pacche sulle spalle. Non riesco a contenere la gioia e continuo a gridare “è fatta, è fattaaaa!!!!!!!!”. Il percorso passa dentro il tendone del Pasta Party, semplicemente splendido per chi passa tra la folla incitante, e per chi, a fatica compiuta, incita gli altri che devono ancora finire la gara. Ultimo colpo di scena, il passaggio a livello si sta chiudendo, il regolamento è chiaro, vietato passare sotto le sbarre pena la squalifica. Non ci credo, non ci si può fermare a poche centinaia di metri dall’arrivo, non so con quali energie produciamo un allungo da veri centometristi! Ci godiamo la marcia trionfale verso il traguardo, Luigi ovviamente conosce tutto il paese. Tagliamo il traguardo mano nella mano e dopo ci concediamo un lungo abbraccio! Anche Eliana ci corre incontro e ci abbraccia (Morgex ore 19.37, 1h26’ dal La Grange , 10h37’ totale – 55K). Non ho le parole per descrivere le emozioni che ho vissuto dall’ultimo chilometro e che sto ancora vivendo, in assoluto tra le esperienze più belle della mia vita, ho realizzato un sogno coltivato da anni, per di più in compagnia di un amico. Penso che non sarebbe potuta andarmi meglio, non avrei potuto chiedere di meglio. La montagna, la fatica, l’amicizia sono stati gli ingredienti speciali per un cocktail dal sapore unico, che mi gusterò molto a lungo. Ho consumato il corpo, e rigenerato lo spirito.
Dopo alcuni minuti mi raggiungono Lara e Massimo che, insieme a Daniele ha corso la 20k con un tempo a dir poco ottimo. Arriva anche la telefonata di Paolo e di Daniele, sappiate che durante tutta la gara ho percepito ed apprezzato molto il contatto via SMS ed Internet che si era creato.
Dopo la doccia e la conta dei danni, per la verità limitati ad una sola piccola vescica al piede, andiamo al Pasta Party per aspettare l’arrivo di Ale, davanti ad un bel piatto di pasta e con i compagni di avventura.
Ecco Ale che passa nel tendone, sono circa le 22.00, è contentissimo e zuppo d’acqua, purtroppo oltre al buio si è beccato anche un bel temporale! Anche questa volta tutti i Porticina al traguardo!
Sarebbero tante le considerazioni più o meno tecniche sulla gara che avrei da fare, però le più importanti per me sono due:
- è una gara veramente molto lunga, molto più faticosa di quanto mi immaginassi, ho sentito la mancanza di allenamenti lunghi, a prescindere dai metri di dislivello.
- È una gara dove la probabilità di rimanere da soli e starci a lungo è molto elevata, aspetto da tenere in considerazione.
Per me è stato un punto di non ritorno.
Alla prossima.
Ciccio
Bravo Ciccio,
RispondiEliminagrazie per avermi aspettato all'arrivo ed incitato sotto il tendone del pasta party. Confermo che quel passaggio è stato molto emozionante, e credo davvero unico perché tutte le persone lì dentro danno la sensazione davvero di tifare per te, così come i tanti sconosciuti lungo il percorso che ti incitano come se fosse naturale e tu stessi quasi correndo per loro.
Non ho avuto invece la sensazione di essere molto solo... sarà che le retrovie sono un po' più affolate ;-) !!!
Gara faticosa, ma comunque stupenda e da vivere insieme agli amici (tutti a cominciare da Lara, Massimo, Daniele, Paolo, i porticina, il fratello, i famigliari, quelli a cui ho telefonato in gara e quelli a cui ho solo pensato).
Ale
Managgia a voi!!!Adesso mi tocca comprare le bacchette e pianificare l'impresa dell'anno prossimo!!!
RispondiEliminaGrazie, davvero grazie delle emozioni che mi avete dato!!