Eccomi qua a raccontare per l’ennesima volta quella che è stata una fatica dal sapore di impresa Omerica … Mi sono iscritto a dicembre alla Maratona delle Terre Verdiane con un solo preciso scopo: migliorare il personale. In molti mi hanno raccontato che il percorso e quasi fatto apposta, zero salite (solo un cavalcavia sull’autostrada), e i primi k in discesa. A gennaio comincio la preparazione nel migliore dei modi, mi sento carico, miglioro di settimana in settimana, mi sparo un primo lunghissimo in perfette condizioni … poi mi becco l’influenza, 3 giorni di febbre alta ma soprattutto gambe e tutto il resto del corpo completamente andati. Ci metto due settimane a recuperare i postumi della febbre, ma non sono mai riuscito a ritrovare e riprovare quelle belle sensazioni di gennaio, complice anche il maledetto lavoro che a febbraio mi ha letteralmente prosciugato le energie. Addirittura la settimana precedente la gara non riesco a trovare quelle motivazioni tipiche del pre-gara, quasi non ho voglia! Ci si mette in mezzo anche il meteo, la domenica prima vado a curiosare le previsioni, consapevole che con un anticipo di 7 giorni l’affidabilità è molto bassa. Cosa vedo? NEVE! No ci credo e sorrido … con l’avvicinarsi dei giorni le previsioni cambiano poco, un giorno mettono pioggia, il giorno dopo pioggia mista neve, comunque sempre brutto. Così è stato, alla partenza ci sono 1,5°C e pioggia mista neve!!! Condizioni tali non le ho mai incontrate in maratona, la neve si trasforma in pioggia ma che non ci ha mai abbandonato per tutta la gara. Sono ben coperto (viva il cappottino!) ma i piedi rimarranno bagnati e gelidi per tutto il tempo.
Alla partenza sono meno carico del solito, ma sono venuto qui con uno scopo, e sapete come sono testardo … Allo sparo, arrivato quasi inaspettato senza alcun preavviso, parto subito a tutta. Perdo tra la folla Il Pani, sapevo che non era riuscito a prepararsi bene a causa di varie malattie, ma speravo di fare almeno i primi K insieme. Dovrò affrontare la maratona senza il compagno di sempre, e sarà una difficoltà in più da superare. I primi k sono una goduria, leggera discesa, il ritmo è da far girare la testa, i primi 5k alla media di 4.22! Al 10k la media è ancora decisamente sostenuta, 4.27. Come al solito sono perfettamente consapevole che non potrò tenere ancora a lungo un ritmo tale, so di non essere ancora al 100%. Ma oggi ho uno scopo ben preciso, e devo mettere fieno in cascina. Orfano del Pani comincio a cercarmi compagni di giornata, ne trovo uno esperto di trail veterano del Valdigne, non poteva andarmi meglio. Chiacchieriamo di scarpe giacchini bastoncini … a Fidenza però rallenta per aspettare un’amica (chiuderà in 3h17’)… Il passaggio nel Fidanza Village mi esalta. Trovo un altro compagno, questa volta però mi è andata peggio, capisco subito che è uno spaccamaroni peggio di me, fa un po’ di elastico avanti e indietro per poi vederlo andare via al 32k (chiuderà in 3h10’).
La corsa procede sempre sotto l’acqua, i k passano via sempre a buon ritmo attorno ai 4.28. Passo la mezza in 1h34’04’’, ho messo da parte rispetto a Pavia ben 2’30’’!!! Saranno preziosi perché so che la crisi arriverà, mi sento già abbastanza stanco, non sono mai riuscito a regolare bene il fiato, anche il ritmo cardiaco è abbastanza alto. Tra il 20 ed il 30k il ritmo ovviamente sale si attesta su 4.40/4.45. Diversamente dal solito questi chilometri passano abbastanza in fretta. Al 30k sono ancora ampiamente in anticipo rispetto al mio BP, ma le gambe, forse anche a causa del freddo, son già due bei tronchi di legno massiccio. Tengo duro, oggi ho un obbiettivo, e fino al 37k riesco a tenere un ritmo ancora accettabile attorno ai 4.45. Al 38k comincio a vacillare, per fortuna, nel frattempo, ho trovato un ultimo compagno senza il quale mi sarei sicuramente messo a camminare. Ci incitiamo a vicenda, siamo nelle stesse condizioni. Anche i cartelli dei chilometri fanno brutti scherzi, nel senso che non sono ben equidistanti, ed in momenti come questi, dove gli equilibri mentali ed emotivi sono molto instabili, vedere tempi particolarmente alti al passaggio chilometrico non è d’aiuto. Il vantaggio accumulato nella prima parte della gara diminuisce velocemente, è una lotta contro il cronometro. Non posso mollare proprio adesso dopo tutta la fatica fatta. Al 40k sono ormai completamente vuoto, solitamente questo cartello fa miracoli, ma oggi gli ultimi 2 k li faccio tra i 5.10 e 5.20 min/K . Mancano gli ultimi 195m, sto contando i secondi e non riesco quasi più a muovere le gambe, ci sono due curve, non capisco più niente, non vedo l’arrivo, gli occhi sono pieni di sudore e pioggia. Sento Paolo Daniele e Michele che mi incitano, sono il mio faro! Vedo il tappeto rosso dell’arrivo sotto i piedi, arresto il mio cronometro, è finita finalmente! Vengo sballottato da uno della giuria perché non riescono a vedere il mio pettorale che, per indossare il K-Way, ho appuntato sulla gamba. Trascino i piedi senza riuscire a sollevarli, sono ancora completamente frastornato, non so esattamente quanto ci ho messo, ma sono abbastanza convinto di aver raggiunto l’obbiettivo di oggi. Saluto il mio ultimo compagno di viaggio di cui non so neanche il nome e raggiungo gli altri. L’ossigeno comincia a tornare al cervello, guardo il cronometro che segna 3h15’20’’, ce l’ho fatta, ho limato una ventina di secondi al mio BP, ma che fatica! L’ho fatto solo perché era il mio obbiettivo di oggi, se devo essere sincero non mi sono molto divertito. L’ho detto più volte e manterrò la promessa, adesso per un bel po’ non ci saranno più gare contro il cronometro!!! È soddisfacente fare un bel tempo non lo nego, ma non è sempre divertente!
Recupero la borsa e comincio a cambiarmi, ma i vestiti completamente zuppi si incollano alla pelle, ed i muscoli ad ogni movimento tremano doloranti. Credo di averci messo una vita a cambiarmi, ma finalmente con i vestiti asciutti ed un po’ di cibo nello stomaco lentamente risorgo. Purtroppo non trovo il cellulare nella borsa, penso ad un furto. Per fortuna nel pomeriggio però, mi chiama la pasticceria di Salsomaggiore dove io ed il Pani ci siamo accampati prima della partenza, evidentemente mi è uscito dalla tasca ed è caduto per terra. In settimana andrò a recuperarlo.
Aspettiamo insieme l’arrivo del Pani, eccolo sorridente come al solito, oggi ci ha messo tanto rispetto al solito ma lo sapeva, e si è divertito!
Il prossimo appuntamento sarà Padova, ma in testa ormai o solo una cosa … TRAIL!!!!
Alla prossima uomini!
Ciccio.